Premio per la ricerca sull’epilessia: una migliore diagnosi significa poter fare di più

29.09.2022

Per la prima volta, il premio per la promozione della ricerca della Lega Svizzera contro l’Epilessia è stato assegnato a due progetti diretti da donne, ovvero da due giovani scienziate originarie rispettivamente di Losanna e Ginevra. Mediante metodi scientifici, le due ricercatrici si prefiggono di migliorare la diagnosi di status epilepticus e crisi non epilettiche, al fine di aumentare la specificità dei rispettivi trattamenti. Il premio ammonta a un importo totale di CHF 25’000.–.

L’epilessia è una patologia dalle molte sfaccettature e per questo non sempre immediatamente riconoscibile. Il quadro viene inoltre complicato dall’esistenza delle cosiddette crisi non epilettiche, che possono essere facilmente confuse con le crisi epilettiche vere e proprie. Per questo motivo, l’epilessia è spesso difficile da identificare, con la conseguenza di errori anche a livello di trattamento.
 
La certezza della diagnosi va a tutto vantaggio delle persone colpite
Il premio della Lega Svizzera contro l’Epilessia 2022 destinato al finanziamento della ricerca è doppiamente dedicato al miglioramento del processo diagnostico. Quest’anno l’importo complessivo di CHF 25’000.– verrà diviso in due. Nel progetto «Seizure biomarkers after non-epileptic events», Isabelle Beuchat del CHUV, l’ospedale universitario di Losanna, si concentra sull’esame di quei valori ematici considerati tra gli indicatori di una crisi epilettica superata. Presumibilmente, però, questi stessi valori (acido lattico e creatinchinasi) aumentano anche dopo un evento convulsivo «non epilettico», ad esempio di natura psicogena. 
 
Una conoscenza accurata di questi biomarcatori può rendere più preciso il processo diagnostico. «Questo progetto interdisciplinare può ridurre le diagnosi errate e aiutare a identificare biomarcatori più utili da impiegare poi nella pratica clinica di routine», spiega la prof. Barbara Tettenborn, presidente della Lega contro l’Epilessia.
 
Il secondo progetto premiato, portato avanti da Pia De Stefano presso l’Ospedale Universitario di Ginevra (HUG), si intitola: «Detection and outcome of early nonconvulsive status epilepticus following cardiac arrest». Un paziente in stato di coma dopo il superamento di un arresto cardiaco può essere interessato da una crisi epilettica continua «silenziosa» non convulsiva («status epilepticus»), rilevabile con certezza ai fini dell’opportuno trattamento solo con l’aiuto di un EEG (misurazione delle onde cerebrali) anche in un reparto di terapia intensiva. A oggi l’esecuzione di un EEG nelle prime ore dopo un arresto cardiocircolatorio non rientra nella procedura standard di routine, almeno fino a quando i pazienti permangono in stato comatoso e non sono sedati. «La riuscita di questo studio potrebbe migliorare significativamente le prospettive di guarigione di queste persone gravemente malate», afferma Barbara Tettenborn.
 
I premi sono stati conferiti il 30 settembre 2022 a Basilea in occasione della riunione della SFCNS (congresso della Swiss Federation of Clinical Neuro-Societies).